Dove c'è musica di devozione, Dio è sempre a portata di mano con la sua presenza gentile (J. S. Bach)
1 8 4 5, l’ A n n o d e l l a F u g a :
l’ o p. 6 0 d i R o b e r t S c h u m a n n
1 8 4 5 , l ' a n n o d e l l a f u g a
A otto anni di distanza dalla revisione delle fughe op.35 per pianoforte di Mendelssohn, Schumann sperimenterà il suo "Anno della Fuga". Dalla metà del 1844 Schumann si ritrovò in difficili condizioni fisiche e psichiche, al punto tale di essere assolutamente incapace di impegnarsi in composizioni importanti, per cui Bach e la fuga diventarono per lui rifugi in un valore acquisito e sicuro, come qualche cosa di rasserenante e rassicurante.
Quando, verso la fine del 1844, si trasferì con la propria famiglia da Lipsia a Dresda, Schumann si accostò di nuovo alla musica per tastiera, e precisamente a quelle forme che erano da lui considerate le più "oggettive", cioè quelle contrappuntistiche.
Gli studi contrappuntistici che decise di intraprendere con la moglie Clara all’inizio di febbraio del 1845, probabilmente lo aiutarono a superare l’ostacolo che incontrava nello scrivere.
In una lettera Robert Schumann scrisse: "Dal 1845, quando principiai a creare e a rielaborare mentalmente, si sviluppò tutto un altro modo di comporre".
Lo studio del Cours de contrepoint et de la fugue (1835) di Luigi Cherubini servì come punto di partenza per questi studi, da fare assieme alla moglie. I risultati che si ebbero per entrambi, si possono chiaramente notare grazie al diario che la coppia scrisse a due mani nel corso di un quadriennio, testimonianza viva della realizzazione di un sogno, che non è solo un’unione sentimentale ma il luogo in cui convergono le aspirazioni del compositore e della grande pianista Clara Wieck.
Nella dedica alla moglie si legge: "Mia amatissima giovane sposa, lascia che ti dia il più tenero dei baci in questo giorno, il primo della tua vita di sposa, il primo del tuo ventiduesimo compleanno. Questo piccolo quaderno che oggi inauguro è destinato ad avere un significato molto profondo: diventerà il resoconto quotidiano di tutto quanto concerne la nostra casa e la nostra vita coniugale. Qui troveranno spazio i nostri desideri e le nostre speranze, ma dovrà anche essere il quaderno delle nostre preghiere, quelle che ciascuno di noi vorrà rivolgere all’altro, quando la parola detta si sarà rivelata inefficace".
Riguardo agli studi contrappuntistici, Clara Wieck scrisse:
"Oggi abbiamo iniziato gli studi di contrappunto, che mi hanno procurato grande gioia, malgrado lo sforzo, poiché ho realizzato ciò che non avrei mai pensato possibile, cioè una fuga composta da me, e presto ne vidi molte altre, perché continuammo gli studi ogni giorno con molta regolarità. Non ho parole per ringraziare abbastanza Robert per la sua pazienza nei miei confronti e sono doppiamente compiaciuta quando riesco ad ottenere qualche risultato. Lui stesso è stato preso da una grande passione per la fuga ed è riuscito a realizzare dei soggetti così belli che io ancora, invece, non sono ancora riuscita a comporre".
La passione di Schumann per le fughe si manifestò nelle Quattro Fughe op.72 per pianoforte e nelle Sei Fughe sul nome B-A-C-H op. 60 per pianoforte a pedali o organo, che lo impegnarono dalla primavera del 1845 fino al successivo autunno.
È interessante, ad esempio, il riferimento a Bach nella seconda fuga dell’op. 72. L’allusione è implicita nell’intera composizione: nel 1845 nessun compositore poteva più affrontare l’incontro con la fuga senza sentire come inevitabile il confronto con Bach, e Schumann non lo evitò, anzi, lo cercò con tutte le sue forze. Il soggetto della fuga citata lo dimostra con evidenza, manifestando delle analogie con l’incipit della Fuga XXII del Clavicembalo ben temperato.
Es.: R. Schumann, Fuga op. 72 n.2, batt 1 sgg.
Es.: J. S. Bach, Il clavicembalo ben temperato, I libro, Fuga XXII, batt. 1 sgg.
Tuttavia, nonostante la totale sottomissione ai valori estetici dell’arte bachiana, esplicitata nell’incipit, la realizzazione concreta della fuga appare nettamente divergente.
Il primo utilizzo dell’organo da parte di Schumann per i propri lavori fu riferito al "culto di Bach" e fu stimolato anche dall’esempio di Mendelssohn, eccellente organista, soprattutto dai Preludi e fughe per organo op. 37, apparsi nel 1837, e dalle Sonate per organo op. 65, ma anche dai preludi e fughe sul motto musicale del nome di B-A-C-H che lo stesso Mendelssohn amava improvvisare in pubblico.