Dove c'è musica di devozione, Dio è sempre a portata di mano con la sua presenza gentile (J. S. Bach)
Alla scoperta dell'evangelista Matteo
- Nell'anno liturgico A, nella messa domenicale, si ascolta il Vangelo di Matteo -
Matteo, detto anche Levi, era un esattore delle tasse e, per i Romani, un pubblicano da evitare.
Gesù lo chiama, diventa apostolo, testimone oculare di quel che narra.
Seguì Gesù con grande entusiasmo, come ricorda San Luca, liberandosi dei beni terreni.
Ed é Matteo che nel suo vangelo (Mt 6,1-6.16-18) riporta le seguenti parole di Gesù:
"Invece, mentre tu fai l’elemosina, non sappia la tua sinistra ciò che fa la tua destra, perché la tua elemosina resti nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà".
La tradizione, a partire dal II secolo, attesta che Matteo scrisse il suo vangelo in aramaico, tra il 40 e il 50 d.c. in Palestina. Di questo, però, non abbiamo traccia. Ci è giunto, invece, il testo greco, scritto forse dal 70 all’80 d.c.
Si pensa che sia stato scritto ad Antiochia di Siria, dove vi erano molti giudeo-cristiani.
L’insegnamento di Gesù è racchiuso in 5 grandi discorsi.
Sono come 5 pilastri di tutta l’opera.
Il primo: E’ il ‘discorso della montagna, quello delle Beatudini. Ha ‘il monte’ come sfondo, e richiama il Sinai quasi a far capire che Gesù non è venuto ad abolire la Legge ma a renderla piena.
Il secondo: Si annunzia il Regno di Dio che rimane tema centrale della predicazione di Gesù.
Il terzo: Il Maestro parla “in parabole” per descrivere la crescita inarrestabile del Regno.
Il quarto: Qui si parla della Chiesa, segno del Regno di Dio nel cammino della storia.
Il quinto: Si rivela “la vita del mondo che verrà”. Il Regno giungerà davvero a pienezza.
Questa architettura è preceduta da due ‘momenti’ importanti:
1: Il Vangelo dell’infanzia. – Gesù che inizia la sua vita pubblica con il battesimo al Giordano.
2: Le tentazioni nel deserto.
Grazie, Matteo, apostolo ed evangelista, per tutto quello che nell’anno ci insegnerai sul Maestro e Signore.