[...] Recitare il Rosario significa [...] imparare a guardare Gesù con gli occhi di sua Madre, amare Gesù con il cuore di sua Madre. [...] Attraverso la preghiera e la meditazione dei misteri, Maria vi guida con sicurezza verso il suo Figlio!
Non vergognatevi di recitare il Rosario da soli, mentre andate a scuola, all'università o al lavoro, per strada e sui mezzi di trasporto pubblico; abituatevi a recitarlo tra voi, nei vostri gruppi, movimenti e associazioni; non esitate a proporne la recita in casa, [...] poiché esso ravviva e rinsalda i legami tra i membri della famiglia.
Questa preghiera vi aiuterà ad essere forti nella fede, costanti nella carità, gioiosi e perseveranti nella speranza."
Giovanni Paolo II
Parlando del Rosario, Paolo VI nella Marialis Cultus così scriveva:
"Il Rosario è una preghiera evangelica... è contemplazione... Per sua natura la recita del Rosario esige un ritmo tranquillo e quasi un indugio pensoso, che favoriscono all'orante la meditazione dei misteri della vita del Signore, visti attraverso il Cuore di Colei che al Signore fu più vicina, e ne dischiudono le inesauribili ricchezze"
(Marialis Cultus 42, 43 e 47).
San Luigi Maria Grignion di Monfort (1673-1716) lasciò in eredità queste parole:
"Vi prego vivamente, per l'amore che vi portarono Gesù e Maria, di recitare il Rosario tutti i giorni perchè, al momento della vostra morte, benedirete il giorno e l'ora in cui m'avete creduto, e, dopo avere seminato nelle benedizioni di Gesù e di Maria, raccoglierete benedizioni eterne in cielo".