Dove c'è musica di devozione, Dio è sempre a portata di mano con la sua presenza gentile (J. S. Bach)
Veglia pasquale
È la più grande di tutte le veglie.
Si celebra nella notte che lega il sabato alla domenica di Pasqua.
In questa notte, dopo 40 giorni, ritorna festoso e gaudioso l'ALLELUIA.
E' la notte che la Chiesa chiama "beata" perché vi risplende il mistero della Resurrezione, risplende la vittoria di Cristo sulla morte, si annunzia ancora una volta che per la "Santa Resurrezione" siamo salvati, si diventa figli, ci si apre il cielo di Dio. C'è una ricchezza in questa notte unica, tutta da scoprire.
Il fuoco benedetto, segno di una creazione anch'essa salvata.
Il Cero pasquale al quale si accendono tutte le candele in mano ai fedeli, per dire che Cristo è la nostra Luce vera; le letture prolungate della Parola dove viene ripercorso tutto il disegno di salvezza che il Signore ha attuato nell'Antica e Nuova Alleanza. Infine, la celebrazione eucaristica che, come non mai, annunzia la morte del Signore e proclama la sua resurrezione.
La festa è grande, gli "Alleluia" che sovrabbondano, vorrebbero mettere brividi di gioia nell'uomo salvato, i battesimi che in tante chiese cattedrali vengono conferiti, soprattutto agli adulti, dicono che Dio non cessa, specie in questa notte di luce, di chiamare alla Chiesa sempre nuovi figli.
La "Veglia" celebra la risposta di Dio in Gesù, al male, al peccato, alla morte.
E annuncia anche oggi che è l'amore a dire l'ultima parola; che la vita, dopo il breve sonno della morte, trionferà e sarà più vita.
Cantiamo, allora, nel cuore, "Gloria a Te, Agnello immolato".