Segni umili - Paolo Puliti organista

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Dove c'è musica di devozione, Dio è sempre a portata di mano con la sua presenza gentile  (J. S. Bach)

I contenuti di questa pagina sono stati scritti appositamente per me dal carissimo e indimenticabile amico
Gualtiero Sollazzi che è tornato al Padre il 18 luglio 2018

I segni umili

STARE in PIEDI

Immagina di essere seduto. All'improvviso giunge una persona di rispetto e si dirige verso di te. Subito ti alzi in piedi per cortesia e per rispetto.
* Lo stare in piedi nelle celebrazioni liturgiche esprime la nostra dignità di figli di Dio.  Se qualcuno ha visitato o visita a Roma le catacombe, vedrà la figura dell'orante. In piedi.
Stare in piedi, significa, nella Liturgia, che siamo figli della Resurrezione. Che vogliamo esprimere prontezza nell'ascolto. Che siamo pronti a 'camminare' sulle vie del Vangelo.
Come quelle 'vergini sagge' della parabola: pronte, in piedi con le lampade accese.


Il cristiano che partecipa alla Lode del Signore, alla Liturgia santa, sa che è chiamato a compiere anche dei gesti umilissimi e significativi.
Per esprimere ciò che crede e, anche, per dire visibilmente la comunione che lo lega in fraternità agli altri cristiani che come lui si riuniscono specialmente per la Santa Cena, l'Eucarestia.
Da qui alcuni gesti che sembrano quasi insignificanti ma che rivelano invece un cuore e una fede viva.


La GENUFLESSIONE


Inginocchiarci è il gesto che costa di più e facciamo di meno. Molte volte si prova vergogna di fronte agli altri. E magari non ci si vergogna, talvolta, a "inginocchiarci" di fronte al potente di turno. Nel gergo giornalistico si parla di "intervista in ginocchio" quando il giornalista fa domande a chi in quel momento è importante sul serio, non chiedendo quel che dovrebbe chiedere, ma facendo dire al 'potente' quello che solo gli piace dire…
Allora: inginocchiarci agli uomini o a Dio? C'è un brano drammatico nel Vangelo che racconta le tentazioni di Gesù. A un certo punto, Satana dirà al Signore: "Tutte queste cose io ti darò (regni, gloria, etc.) se prostrandoti mi adorerai".
Ma Gesù: "Vattene, Satana, sta scritto: Adorerai il Signore Dio tuo e a Lui solo rendi culto".
Adorare: è l'onore massimo che l'uomo può dare a Dio. E' la grande verità sull'uomo e su Dio. Adorare significa, infatti, saper riconoscere chi siamo noi e chi è Lui.
Chi si inginocchia, adorando, farà l'esperienza di Maria: "Il Signore ha innalzato gli umili, ma ha abbattuto i superbi…"
Quando pieghi il ginocchio, non farlo sbadatamente. Dà un'anima a questo gesto. E, insieme alle ginocchia, piega profondamente il tuo cuore, quasi a dire: "E' grande il mio Dio!"


STARE SEDUTI

E' una posizione che sembra solo uno stare comodi.
E', in realtà, un po' di più: si esprime con un gesto comune, che siamo una comunità non divisa, unita nella stessa fede e nella identica carità.
Quando in una celebrazione ognuno fa quel che crede, chi a sedere, chi in piedi, etc. questo 'disordine' non rende l'Eucarestia più bella e più degna.
Ricordiamo nel Vangelo l'episodio di Maria, sorella di Lazzaro: "stava seduta ai piedi Gesù", mentre Egli spiega e insegna.
Quell'esempio  è per il nostro insegnamento. Nel "messale romano" il libro della Messa, si dice: " terminata l'orazione, il lettore si reca all'ambone e proclama la lettura. Tutti l'ascoltano seduti".
Stare seduti non è quindi solo un atteggiamento di comodità ma un importante atteggiamento simbolico: ci ricorda infatti che il cristiano è l'uomo che si pone in ascolto della Parola di Dio. Non tragga in inganno che al Vangelo ci si alzi in piedi: qui si vuol evidenziare la somma riverenza. Ma anche seduti non significa che avviene qualcosa di meno importante.
Si ascolta la Parola, si medita nel silenzio orante, si contemplano le cose di Dio.


Webmaster: Paolo Puliti Collaborazione: Federica Frediani
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