Dove c'è musica di devozione, Dio è sempre a portata di mano con la sua presenza gentile (J. S. Bach)
Il silenzio
Il silenzio ha il sapore e il fascino del mistero. Offre ricchezze inaspettate. È esigente, perché pretende che ognuno si tolga la maschera e faccia i conti con se stesso fino in fondo. È il silenzio alto, questo; quello vero, che fa scavare nell'animo e rende capace di contemplare addirittura gli abissi di Dio.
Nella Bibbia
Bastano pochi accenni per comprendere quale valore il santo Libro da al silenzio.
- Gesù, prima di iniziare la sua predicazione di salvezza, si ritira per quaranta giorni e quaranta notti nel deserto.
- Durante i tre anni di insegnamento ai discepoli e alle folle, molte volte, nel silenzio della notte, si ritira in preghiera, "sul monte", come scrive il Vangelo.
- Paolo, convertito sulla via di Damasco, prima di annunciare il Signore agli Ebrei e ai Pagani, sente l'esigenza di ritirarsi per tre anni nel silenzio del deserto arabico.
L'Apocalisse, infine: insegna che solo nel silenzio si ascolta il Cristo, L'Agnello immolato: "Quando l'Agnello aprì il settimo sigillo, si fece silenzio in cielo… "
La Liturgia
Così contempla, nella preghiera, la nascita del Signore Gesù:
"Nell'alto silenzio che avvolgeva ogni cosa, mentre la notte giungeva a metà del suo corso, il tuo Verbo onnipotente, o Signore, è sceso dal cielo, dal trono regale".
Nel silenzio, nasce la Parola che si fa carne.
In ogni Eucaristia, Cristo ci nutre, nel silenzio del Pane.
La Chiesa
Quante esperienze di deserto, attraversano la storia della Chiesa. Quegli eremiti che si ritiravano in contemplazione in quelle solitudini, in quegli spazi immensi, pregavano, contemplavano, facevano penitenza, accompagnati dal silenzio. E nel silenzio, contemplavano. Pensiamo ad Antonio abate, a Pacomio, a Bruno, e anche alle eremite, donne coraggiosissime che sfidavano le insidie del deserto per immergersi, nell'assoluto silenzio, in Dio. Recentemente, quelle "Lettere dal deserto" famosissime di Carlo Carretto, hanno addirittura inciso spiritualmente su generazioni di cristiani.
Anche oggi, nelle "trappe", uomini e donne fanno della loro vita, nel silenzio dei giorni, offerta generosa per il bene della Chiesa e del mondo. Chi non ricorda con stupore ammirato, quel film di pure immagini silenziose e oranti, "Il grande silenzio" che racconta come si vive in un monastero trappista?
Ai cristiani, siano pure quelli della domenica, la Chiesa propone il silenzio come via umile e preziosa per "ascoltare" Dio e la sua Parola, e adorarLo nell'Eucarestia ricevuta.
Due i 'momenti' preziosi in cui l'assemblea è chiamata al silenzio, anzi, al "sacro silenzio", come la liturgia si esprime.
Il primo: dopo l'ascolto del Vangelo e la successiva omelia.
Il secondo: dopo la Comunione.
Parola e Pane vanno totalmente accolti nel profondo dell' anima.
Un invito
Perché non apprezzare un tesoro che ha nome 'silenzio'?
Alla sera, perché non fare spazio a qualche momento silenzioso per valutare come ho trascorso quella giornata e per dire qualcosa di bello al Signore?
E non dimenticare che perfino l'amore è fatto di silenzi.
Potremmo far nostro, facendone preghiera, l'inizio del Salmo 65: "A te si deve lode, o Dio". Ma in una traduzione più accurata dice: "Il silenzio è lode a Te, o Dio".
Lo stupore ammirato diventa, nel silenzio, vera lode a Dio.
Oggi
Si tende a fuggire il silenzio. Certa musica, più che accompagnare qualche ora, rischia soltanto di intontire.
Anche la Tv è per lo più "urlata".
Ma c'è anche, notevole, il fenomeno di persone che nelle vacanze o nei weekend vanno ai monasteri per trovare il silenzio e ritrovare se stessi.
Questo "silenzio" viene anche chiamato "deserto". Un silenzio, non solo che riposa lo spirito, ma che interroga, che costringe a fare i conti con la propria esistenza e che aiuta a scoprire l'infinita benignità di Dio.