Dove c'è musica di devozione, Dio è sempre a portata di mano con la sua presenza gentile (J. S. Bach)
La felicità secondo Gesù
Le beatitudini (Mt. 5, 3-10)
3«Beati i poveri in spirito,
perché di essi è il regno dei cieli.
4Beati quelli che sono nel pianto,
perché saranno consolati.
5Beati i miti,
perché avranno in eredità la terra.
6Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia,
perché saranno saziati.
7Beati i misericordiosi,
perché troveranno misericordia.
8Beati i puri di cuore,
perché vedranno Dio.
9Beati gli operatori di pace,
perché saranno chiamati figli di Dio.
10Beati i perseguitati per la giustizia,
perché di essi è il regno dei cieli.
Da non dimenticare
Noi siamo fatti per essere felici.
La gioia è la nostra vocazione.
E' l'unico progetto, dai nettissimi contorni, che Dio ha disegnato per l'uomo.
Una gioia raggiungibile, vera, non frutto di sogni e fantasie.
Il discorso delle beatitudini ha a che fare col discorso della felicità.
Chi vuol entrare nella gioia, deve passare dalle porte delle Beatitudini.
La croce, la sofferenza, la sconfitta vengono presentate come esperienza di Cristo che attraverso il patire e la morte è entrato nella gloria.
Su Cristo si modellano tutti i suoi seguaci.
Quello che le Beatitudini non sono:
- Non servono per fare star buoni. Come dire: state buoni ora, poveri, sofferenti... tanto avrete poi il paradiso. Più sofferenze avrete, e più avrete garantita la vita eterna.
Una lettura delle Beatitudini in questa maniera, è blasfema.
Perché?
Si contribuirebbe a spingere i poveri, i diseredati all’inerzia con la lusinga del cielo, e così si manterrebbe un ordine sociale ingiusto.
- Non dobbiamo leggerle in maniera stravolta.
Non si può persuadere l’uomo, la donna di rassegnarsi, ad arrendersi tanto c’è poi il cielo.
Certo che ci sarà, ma a condizione che si faccia di tutto per mutare le condizioni ingiuste di vita.
Beati, invece, sono:
I poveri:
In loro il volto di Cristo. Farci poveri, anche di bene, ma soprattutto perché anche quello che si ha e si è, non è nostro, ma è per il servizio agli altri.
Gli afflitti:
il discepolo fa suoi i problemi del Regno, della Chiesa non unita, e li soffre. Soffre per chi è nel bisogno morale e materiale.
I miti:
Somigliano a Cristo. Sono coraggiosi, suscitano problemi ma non ricorrono alla violenza: loro difesa è Dio.
Chi ha fame e sete di giustizia:
Il discepolo sa che un mondo più giusto non è da attendere ma da costruire.
I misericordiosi:
La misericordia è una caratteristica di Dio. E’ Lui che va imitato.
I puri di cuore:
Non pensano in un modo e agiscono in un altro. Non vedono il male dappertutto: hanno l’occhio luminoso.
Gli operatori di pace:
Cristo è il modello, è il "Re della pace". Non ha esitato a portare una parola che divide ma che salva. Non esitato a perdere la sua tranquillità.
I perseguitati per la giustizia:
Il discepolo si trova ad affrontare delle sofferenze in più a causa del Vangelo. La persecuzione è il segno che si è dalla parte di Cristo.
Allora, diciamo col grande e perseguitato vescovo Tonino Bello che nel suo stemma episcopale scrisse
"Ascoltino gli umili e si rallegrino":
"C’è una buona notizia! Se tutti si sono dimenticati di voi, o poveri, Dio ha scritto il vostro nome sulla palma della sua mano.
Felicitazioni a voi che, a causa della vostra mitezza, vi vedete sistematicamente scavalcati dai più forti o dai più furbi: il Signore non solo non vi scavalca ma vi assicura i primi posti nella classifica.
Auguri a tutti voi che state sperimentando l'amarezza del pianto e la solitudine dei giorni neri: c'è qualcuno che non rimane insensibile al gemito nascosto degli afflitti, prende le vostre difese, parteggia decisamente per voi.
Rallegratevi voi che, in un mondo sporco di doppi sensi , camminate con cuore incontaminato, seguendo una logica che appare spesso in ribasso nella borsa valori della vita terrena ma che sarà un giorno la logica vincente.
Su con la vita voi che, sfidando le logiche della prudenza carnale, vi battete con vigore per dare alla pace un domicilio stabile anche sulla terra: non lasciatevi scoraggiare dal sorriso dei benpensanti, perché Dio stesso avalla la vostra testardaggine.
Gioia a voi che prendete batoste da tutte le parti a causa della giustizia: le vostre cicatrici splenderanno un giorno come le stimmate del Risorto! "
Preghiamo
Signore, abbiamo tanta fame e sete di gioia.
Vorremmo essere felici, sempre.
Le tue beatitudini ci entusiasmano e ci scoraggiano.
Siamo un po’ perplessi e un po’ scoraggiati, perché lo troviamo un programma ardito, con esigenze forti.
Grazie, Signore, che non ci fai sconti sull’impegno, che ci proponi vette ardue.
Grazie, soprattutto perché ci stai vicino per rendere questo sogno una realtà, e già oggi ci fai assaporare la tua gioia, come prezioso anticipo di quella senza fine con te.
Ci entusiasmano perché vediamo in te un cantore della felicità e una "persona" che sa dare indicazioni precise, sperimentate da milioni di persone che si sono fidate di te.
Il tempo non ha consumato il tuo messaggio, né lo fa apparire superato, nonostante il valzer delle mode.
Ti chiediamo il dono del tuo Spirito che rende l’uomo capace di vivere ciò che tu chiedi.
Ti chiediamo il dono di una vita piena, aperta, generosa.
Amen
Con questo decimo incontro termina "Conoscere Gesù".
RingraziamoLo per averci dato la grazia di "vedere il suo Volto", o, almeno, intravederlo.
Concludiamo con un pensiero di S.S. Benedetto XVI:
"Gesù dobbiamo conoscerlo meglio perché, se non lo conosciamo, non possiamo amarlo"
Amen
Gualtiero Sollazzi