Conclusioni - Paolo Puliti organista

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Dove c'è musica di devozione, Dio è sempre a portata di mano con la sua presenza gentile  (J. S. Bach)

Johann Sebastian Bach:
Preludi ai Corali del Weihnahtsfestkreis BWV 599-612 dall'Orgelbüchlein

C o n c l u s i o n i

Il ciclo del Weihnachtsfestkreis, ossia il tempo del Natale, è piuttosto ampio come si è potuto vedere. Il progetto iniziale prevedeva anche il preludio, mai composto, sul corale Lob sei Gott in der Himmels Thron, che doveva far seguito a Puer natus in Bethlehem. L'intero ciclo, pertanto, comprende un totale di 14 composizioni anziché 15.
Sono 14 quadri che, attraverso varietà di forme e di affetti, illustrano chiaramente scene diverse. Si tocca con mano lo stupore, la meraviglia e l’incredulità legata al momento dell’attesa di questa importante nascita. Viene presentata la natività come la tradizione la descrive, con la culla del Bambino al centro della scena, e sottolineata la grande gioia che accompagna l'evento. Dopo i tre corali, dove gli angeli sono protagonisti, si passa a lodare il Signore, Lui che oggi dischiude il suo regno celeste e ci dona suo Figlio, quindi  al momento meditativo, Gesù, mia gioia, pascolo del mio cuore, nel quale il cristiano è sempre più consapevole che l’unica consolazione alle tribolazioni umane va ritrovata nel Signore.
Questi preludi sono permeati da un velo di tristezza, apparentemente immotivata mentre in realtà così non è. Siamo noi che per tradizione consideriamo il Natale solo come il momento della nascita del Salvatore.
In realtà il Natale ha le vesti del dramma.
Basti pensare a Maria e Giuseppe: fuori paese, senza lo straccio di un alloggio, non c’era posto per loro, come dice il Vangelo. Maria si trova a partorire in una grotta e a porre il Bambino in una mangiatoia.
È vero, c’è uno squarcio di cielo, ma si richiude alla svelta.
Nell’annuncio ai pastori l’angelo dirà che è nato il Salvatore, ma la salvezza sarà legata all’esperienza del Servo sofferente che non ha aspetto né decoro, come ha profetizzato Isaia.
Dopo otto giorni Simeone al Tempio parlerà alla Madonna di una spada che le trapasserà l’anima, e del Bambino parlerà di segno di contraddizione.
Sullo sfondo, c’è già una croce. Non a caso, come evidenzia Michael Radulescu, molti preludi presentano delle figure richiamanti il simbolo della Passione del Cristo.
Bach da grande musicista teologo qual è, ha sicuramente percepito tutto questo e, mentre contempla il mistero del Natale, avverte dentro  tutto quell’amore anche il dramma del dolore innocente.
Il ciclo si conclude con un canto di lode a Cristo (Dobbiamo già lodare Cristo, Figlio della pura serva Maria, fin dove il caro sole giunge ad illuminare e fino a quando esisterà il mondo) e l'affermazione che l’unica speranza di salvezza ci deriva dalla venuta del Redentore (Noi popolo cristiano adesso siamo pieni di gioia, perché, per consolarci, Cristo è nato uomo, ci ha salvato).
È questo un gruppo, come già detto, di 14 corali, un numero probabilmente non casuale che come al solito magicamente appare identificando il cognome BACH.


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