Lob sei dem allmächtigen Gott, BWV 602 - Paolo Puliti organista

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Dove c'è musica di devozione, Dio è sempre a portata di mano con la sua presenza gentile  (J. S. Bach)

Johann Sebastian Bach:
Preludi ai Corali del Weihnahtsfestkreis BWV 599-612 dall'Orgelbüchlein

Lob sei dem allmächtigen Gott, BWV 602

Il testo di questo corale è stato composto da Michael Weisse nel 1531:


Lob sei dem allmächtigen Gott,
der sich unser erbarmet hat,
gesandt sein allerliebsten Sohn,

aus ihm geborn im höchsten Thron.

Sia lode a Dio Onnipotente,
che ha avuto pietà di noi
e ci ha mandato il suo amatissimo Figlio,
nato da Lui nel trono più alto.


Anche la melodia, di derivazione gregoriana, è dello stesso autore:

È una elaborazione dell’inno latino Conditor alme siderum in cui si loda il Signore "che ha avuto pietà di noi, inviandoci il suo amatissimo Figlio, nato da Lui nel più alto dei troni".

Bach non si attiene fedelmente al cantus firmus realizzato da Michael Weisse, come si può notare sia nell’incipit che alla battuta n. 5:

Ciò che invece è subito evidente ad una prima lettura, è l’impiego di due si naturali al posto di due si bemolle sul secondo tempo delle battute n.1 e n.2 che modificano l’armonia originale.
Quest’ultima caratteristica si ritrova anche in un’altra elaborazione organistica di questo corale, precisamente nella fughetta manualiter, BWV 704, appartenente alla raccolta Kirnberger:


Non sono noti i motivi dell’impiego dei si naturali al posto dei si bemolle ma, avendo verificato questa particolarità anche in un’altra composizione, si potrebbe forse pensare che derivi da una ‘consuetudine’ popolare del luogo dove Bach ha lavorato, forse l’ambiente di Weimar.
Tornando al preludio BWW 602, oltre a quanto già evidenziato, si può notare che la voce di basso, il pedale, dopo la pausa iniziale, procede senza interruzioni fino alla fine. Le voci di contralto e tenore, sono invece caratterizzate dal ritmo della figura corta, figura ampiamente utilizzata per esprimere la grande gioia descritta nel testo.
La realizzazione del cantus firmus in semimine e la figura corta formata da una semicroma e due biscrome, suggerisce sicuramente una esecuzione brillante e discretamente veloce:


È interessante evidenziare, sempre in termini di ‘aderenza’ al testo, la figura retorica exclamatio disegnata dalla voce di basso mediante il salto di ottava (alla battuta iniziale) e il salto di quarta (fra le battute n.4 e n.5), per sottolineare il particolare stato emotivo evidenziato dal pedale stesso (vd. esempio a fondo pagina).
Dopo ogni exclamatio, la figura più evidente dell’impianto retorico, il pedale compie un movimento discendente disegnando tre catabasi che sembrano descrivere l’immagine del Cristo Redentore inviato dal Padre sulla terra:


Webmaster: Paolo Puliti Collaborazione: Federica Frediani
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