6 gennaio 2010 - Copia - Paolo Puliti organista

Vai ai contenuti

Il Vangelo

6 gennaio 2010

- anno C -




Mt 2,1-12
Siamo venuti dall’oriente per adorare il re.


+ Nato Gesù a Betlemme di Giudea, al tempo del re Erode, ecco, alcuni Magi vennero da oriente a Gerusalemme e dicevano: «Dov’è colui che è nato, il re dei Giudei? Abbiamo visto spuntare la sua stella e siamo venuti ad adorarlo».
All’udire questo, il re Erode restò turbato e con lui tutta Gerusalemme. Riuniti tutti i capi dei sacerdoti e gli scribi del popolo, si informava da loro sul luogo in cui doveva nascere il Cristo.
Gli risposero:
«A Betlemme di Giudea, perché così è scritto per mezzo del profeta: “E tu, Betlemme, terra di Giuda, non sei davvero l’ultima delle città principali di Giuda: da te infatti uscirà un capo che sarà il pastore del mio popolo, Israele”». Allora Erode, chiamati segretamente i Magi, si fece dire da loro con esattezza il tempo in cui era apparsa la stella e li inviò a Betlemme dicendo:
«Andate e informatevi accuratamente sul bambino e, quando l’avrete trovato, fatemelo sapere, perché anch’io venga ad adorarlo».
Udito il re, essi partirono. Ed ecco, la stella, che avevano visto spuntare, li precedeva, finché giunse e si fermò sopra il luogo dove si trovava il bambino. Al vedere la stella, provarono una gioia grandissima. Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, si prostrarono e lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra.
Avvertiti in sogno di non tornare da Erode, per un’altra strada fecero ritorno al loro paese.





Vesti sontuose, carovane lunghissime, turbanti sfavillanti: così, nell’immaginario popolare, l’idea dei misteriosi Magi.
In realtà non sfilano quasi fossero in passerella: cercano, invece.
La verità sui magi è tutta qui. Gente venuta da lontano, che cerca. Cerca addirittura un Re. “Abbiamo visto la sua stella!” Altro che folklore o poesia: qui c’è un grande desiderio, una passione di trovare, tale da non far esitare quei sapienti a muoversi da terre sicure verso luoghi sconosciuti.
Dovremmo guardare ai Magi  attentamente. Quel “Re” che cercano non è uno dei tanti: non sarebbe loro interessato. E’ uno che loro vogliono addirittura adorare: “Siamo venuti ad adorarlo!” Per trovare Chi loro preme, affrontano tutto: pericoli del viaggio, malizia di Erode, la sorpresa di una casa povera dove una giovane donna col suo sposo presenta un bambino senza gloria, ricchezza, servitù schierata. Ma loro ‘sentono’ che hanno trovato il Re. Non badano a niente, solo a Lui. “ e, prostratisi, Lo adorarano”.
Una fede che ci imbarazza, una scelta che ci rimprovera.
Non si presentano a mani vuote, offrono doni regali a quel Bimbo in quella povera casa.
La Chiesa si commuove a questo gesto di oro, incenso e mirra offerti. E canta “O simboli profetici di segreta grandezza, che svelano alle genti una triplice gloria”; “oro e incenso proclamano il Re e Dio immortale; la mirra annunzia l’Uomo deposto dalla croce”.
I Magi sono segno anche di una rivelazione del Salvatore per tutte le genti. Questo loro venire da lontano, da popoli pagani, rende viva la profezia di Isaia: “Popoli che non ti conoscono ti invocheranno; e popoli che ti ignorano accorreranno a Te”.
C’è il ‘mistero’ della stella. E’, tutto sommato, secondario. E’ bello, però, pensare alla luce ‘segno’ di Cristo.
Emoziona sempre l’invito del profeta proprio nella festa dell’Epifania:                       
“Alzati, rivestiti di luce, perche viene la tua luce, la gloria del Signore brilla sopra di te”.
In fondo, la grande festa di oggi proclama una verità stupenda e consolante:
“Tutti i confini della terra vedranno la salvezza del nostro Dio”.




Gualtiero Sollazzi


Webmaster: Paolo Puliti Collaborazione: Federica Frediani
Torna ai contenuti