23 maggio2010 - Copia - Paolo Puliti organista

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Il Vangelo della domenica

23 maggio 2010

Pentecoste

- anno C -



Gv 14,15-16.23-26
Lo Spirito Santo vi insegnerà ogni cosa.


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In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Se mi amate, osserverete i miei comandamenti; e io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Paràclito perché rimanga con voi per sempre.
Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui.
Chi non mi ama, non osserva le mie parole; e la parola che voi ascoltate non è mia, ma del Padre che mi ha mandato.
Vi ho detto queste cose mentre sono ancora presso di voi. Ma il Paràclito, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, lui vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto».





Non ti conosciamo, o Santo Spirito come dovremmo.
Ci arrendiamo con troppa faciloneria davanti al mistero di Persona Santa della Trinità, e pur avvertendo chi Tu sia, preferiamo cercarti poco e pregarti meno.
Eppure il Cristo ha detto agli apostoli, e quindi alla Chiesa, Che Tu 'insegnerai tutto'.
Sappiamo che dovremo cambiare rotta, che dovremo educarci a capire, anzi: a credere che Tu sei l'Amore, senza di Te niente si costruisce di bellezza, bontà, gratuità.
Dovremmo innamorarci di come la Chiesa ti cerca e ti prega con immagini stupende e farle nostre:
"Consolatore dolcissimo"
"Dono del Padre"
"Acqua viva"
"Fuoco"
"Dolce crisma dell'anima"
"Dito di Dio"
"Balsamo di amore"
"Svelatore del grande mistero di Dio".
Con un'invocazione che potrebbe essere nostro pane di preghiera: "Vieni!" Verrà, perché Lui è "dolce ospite del cuore".
Mettiamo dentro e, magari, usiamo con intensità, una preghiera colma di fede, di don Tonino Bello, vescovo ancora rimpianto:
"Spirito Santo, che riempivi di luce i Profeti e accendevi parole di fuoco sulla loro bocca, torna a parlarci con accenti di speranza.
Dissipa le nostre paure.
Scuotici dall'omertà.
Liberaci dalla tristezza di non saperci più indignare per i soprusi consumati sui poveri.
Preservaci dalla tragedia di dover riconoscere che le prime officine della violenza e della ingiustizia sono ospitate nei nostri cuori.
Donaci la gioia di capire che tu non parli solo dai microfoni delle nostre Chiese. Che nessuno può menar vanto di possederti.
Ricordaci che se i semi del Verbo sono diffusi in tutte le aiuole, è anche vero che i tuoi gemiti si esprimono nelle lacrime dei maomettani e nelle verità dei buddisti, negli amori degli indù e nel sorriso degli idolatri, nelle parole buone dei pagani e nella rettitudine degli atei.
Amen".


Gualtiero Sollazzi


Webmaster: Paolo Puliti Collaborazione: Federica Frediani
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