Il Vangelo della domenica
(22 giugno 2008)
Mt 10,26-33
Non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo.
+ In quel tempo, Gesù disse ai suoi apostoli:
«Non abbiate paura degli uomini, poiché nulla vi è di nascosto che non sarà svelato né di segreto che non sarà conosciuto. Quello che io vi dico nelle tenebre voi ditelo nella luce, e quello che ascoltate all’orecchio voi annunciatelo dalle terrazze.
E non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo, ma non hanno potere di uccidere l’anima; abbiate paura piuttosto di colui che ha il potere di far perire nella Geènna e l’anima e il corpo.
Due passeri non si vendono forse per un soldo? Eppure nemmeno uno di essi cadrà a terra senza il volere del Padre vostro. Perfino i capelli del vostro capo sono tutti contati. Non abbiate dunque paura: voi valete più di molti passeri!
Perciò chiunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anch’io lo riconoscerò davanti al Padre mio che è nei cieli; chi invece mi rinnegherà davanti agli uomini, anch’io lo rinnegherò davanti al Padre mio che è nei cieli».
Veniva chiamato "rispetto umano" il comportamento di chi si vergognava di mostrare in pubblico, anche attraverso piccoli segni, la propria fede.
Era, ed è, un contegno più diffuso di quel che ci si immagini.
Triste davvero, a pensarci.
Eppure il Signore ci dice di non aver paura.
Soprattutto del giudizio degli uomini.
Rideranno perché faccio il cristiano in quel dato momento?
Che ridano.
Criticheranno perché seguo quel che la coscienza cristiana mi suggerisce in quel frangente?
Che critichino.
Non è, da parte nostra, disprezzo né supponenza: è solo vivere serenamente e umilmente la libertà dei figli di Dio.
La paura è cattiva consigliera.
Specie nelle scelte di fede.
Avremmo avuto i martiri se avessero accettato di farsi guidare, appunto, dalla paura?
Avremmo avuto i grandi testimoni, ieri e oggi, nella Chiesa di Dio se fossero stati schiavi del giudizio degli uomini?
Domande, che hanno già chiarissima risposta.
Ma anche esempio per noi, critica al nostro quieto voler vivere e alla nostra piccola e grande vigliaccheria.
Il cristiano sa di dover andare contro corrente.
Non deve evidentemente fare il don Chisciotte: solo il testimone appassionato e coraggioso del Vangelo di Cristo.
Solo allora, dice Gesù, Lui, il Maestro e Testimone del Padre, "non si vergognerà di noi" nel giudizio.
Il brano evangelico di questa domenica, scuota finalmente le nostre pigrizie, ravvivi la gioia di poter "dare ragione, sempre, della nostra speranza" e ci aiuti a non dire di Gesù, con le parole e i fatti "non Lo conosco".
Paolo, di cui faremo festa in questo prossimo bimillenario della sua nascita, potè dire con verità:
"Ho combattuto la buona battaglia. Ho conservato la fede".
Auguriamocelo anche per noi.
Gualtiero Sollazzi