Il Vangelo della domenica
(16 marzo 2008)
Domenica delle Palme
VANGELO della processione delle Palme
(Mt 21,1-11)
Benedetto colui che viene nel nome del Signore.
+ Quando furono vicini a Gerusalemme e giunsero presso Bètfage, verso il monte degli Ulivi, Gesù mandò due discepoli, dicendo loro:
"Andate nel villaggio di fronte a voi e subito troverete un'asina, legata, e con essa un puledro. Slegateli e conduceteli da me. E se qualcuno vi dirà qualcosa, rispondete: "Il Signore ne ha bisogno, ma li rimanderà indietro subito".
Ora questo avvenne perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta: "Dite alla figlia di Sion: Ecco, a te viene il tuo re, mite, seduto su un'asina e su un puledro, figlio di una bestia da soma".
I discepoli andarono e fecero quello che aveva ordinato loro Gesù: condussero l'asina e il puledro, misero su di essi i mantelli ed egli vi si pose a sedere. La folla, numerosissima, stese i propri mantelli sulla strada, mentre altri tagliavano rami dagli alberi e li stendevano sulla strada. La folla che lo precedeva e quella che lo seguiva, gridava:
"Osanna al figlio di Davide! Benedetto colui che viene nel nome del Signore! Osanna nel più alto dei cieli!".
Mentre egli entrava in Gerusalemme, tutta la città fu presa da agitazione e diceva:
"Chi è costui?".
E la folla rispondeva:
"Questi è il profeta Gesù, da Nàzaret di Galilea".
E' la domenica nella quale due parole emergono prepotentemente:
"Osanna" e "Crocifiggilo".
Gesù entra nella città santa, acclamato da una gran folla e da tanti bambini.
E' una festa piena di "evviva" si direbbe oggi; di rami di olivo e palme agitate con gioia, di mantelli stesi sulla strada in segno di omaggio e rispetto al "Figlio di David".
E' l'Osanna a "Colui che viene nel nome del Signore".
Gesù è riconosciuto Re e Messia.
Lui incede mite fra la gente, cavalcando un asina come aveva annunciato un lontano profeta, ma vivamente cosciente di quello lo aspetta a Gerusalemme.
Del resto, aveva pianto per questa sua città amata, con l'amarezza che il "dono di Dio" cioè Lui stesso, non sarebbe stato accettato. Ma gode, intanto, quel momento troppo breve, ama che specialmente i piccoli gli facciano festa perché altrimenti "griderebbero le pietre" dirà ai soliti brontoloni invidiosi e perversi.
Del resto questi vinceranno quando pochi giorni dopo, potranno farlo arrestare, processare, condannare.
Saranno ancora questi che aizzeranno la gente, forse molta di quella che aveva gridato 'osanna' a urlare dissennatamente a Pilato: 'Crocifiggilo'.
Una domenica, questa, che ci interroga.
Da che parte vogliamo stare nei confronti del Cristo?.
Certamente non accettiamo crocifissioni, anche se il Cristo, purtroppo, si può crocifiggere in tanti modi.
Ignorandolo; snobbando la sua Parola di verità; riconoscendolo poco o punto negli ultimi; non cercando il suo volto nascosto, ma reale, nei piccoli, e nei poveri.
C'è, però, l'Osanna di cui abbiamo ovviamente simpatia.
Sappiamo che Gesù se lo merita tutto.
Dovremmo amare questa parola.
Ha il sapore dell'accoglienza, della fede e dell'amore.
E' carica di speranza, perché acclamando Gesù col cuore e con la vita, potremo diventare eredi del suo Regno.
Ogni volta che partecipiamo all'Eucarestia, l'Osanna c'è. Cantiamo, infatti, "Santo, santo, santo… Benedetto Colui che viene nel nome del Signore, Osanna nell'alto dei cieli".
E quel Gesù che umile, cavalcando un'asina, entrò quel giorno a Gerusalemme, viene a noi, tutte le volte che si celebra la Messa, celato dagli umilissimi segni del pane e del vino.
Beati noi se Lo sappiamo riconoscere, se agitiamo l'ulivo della nostra pace con Lui e i fratelli; se possiamo offrirgli le palme delle nostre sofferenze quotidiane, simili, talvolta, un martirio; se lo accogliamo stendendo per Lui i nostri mantelli di umiltà cercata e carità quotidiana.
Allora, non solo Lui verrà; ma, come assicura la stessa sua Parola, si fermerà con noi, e con noi cenerà.
Gualtiero Sollazzi