1 giugno 2008 - Copia - Paolo Puliti organista

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Il Vangelo della domenica

(1 giugno 2008)

(Mt 7,21-27)

La casa costruita sulla roccia e la casa costruita sulla sabbia.


+ In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:

"Non chiunque mi dice:  Signore, Signore , entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli.

In quel giorno molti mi diranno: Signore, Signore, non abbiamo forse profetato nel tuo nome? E nel tuo nome non abbiamo forse scacciato demòni? E nel tuo nome non abbiamo forse compiuto molti prodigi? Ma allora io dichiarerò loro:  Non vi ho mai conosciuti. Allontanatevi da me, voi che operate l'iniquità! .

Perciò chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica, sarà simile a un uomo saggio, che ha costruito la sua casa sulla roccia.
Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ma essa non cadde, perché era fondata sulla roccia.

Chiunque ascolta queste mie parole e non le mette in pratica, sarà simile a un uomo stolto, che ha costruito la sua casa sulla sabbia.
Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa cadde e la sua rovina fu grande".


"Parole, parole…" cantavamo.
Sì, troppe parole e pochi  fatti.
A tanti livelli: dalla politica al resto.
Purtroppo questa abitudine pessima l'abbiamo anche col Signore.
Che non ci sta, ovviamente.
Ce lo dice e insegna con chiarezza: "Non chi dice Signore, Signore…"
L'amore stesso non si contenta di parole.  
Del resto, c'è anche quel sapiente proverbio: "Le parole volano".
Certo che sono importanti, ma se sono seguite dai fatti.
A cosa servono solo le chiacchere?
I "fatti" per il cristiano che vuol essere discepolo, si chiamano "volontà di Dio".
Una 'volontà' che desidera solo il nostro bene, quello sommo: essere partecipi del suo Regno.
Che si chiama con tanti nomi, uno più bello dell'altro: giustizia, grazia, pace, amore.
Il brano di questo Vangelo diventa stupendamente educante.
Vuol rompere le nostre cattive abitudini anche per la nostra preghiera.  
La preghiera specialmente non può contentarsi di parole.
Deve supplicare, e prima ancora, lodare; deve intercedere, per avere noi la forza di essere testimoni credibili di Dio.
Non sono le parole, dunque, che dimostrano una scelta, ma ciò che in verità facciamo.
Ci sono però 'parole' che aiutano a vivere.
Sono quelle di Dio.
Con la sua Parola ultima e definitiva che è il Cristo.
"Dio ha parlato  molte volte e in molti modi, ultimamente ha parlato a noi per mezzo del Figlio…"
Così, la lettera agli Ebrei.
Quella Parola, solo quella, diventa luce, guida, forza.  
Gesù  assicura che se intendiamo sul serio ascoltare e "mettere in pratica" la Parola, si diventa "casa sulla roccia".
La 'pioggia' non ci danneggerà, i 'fiumi' non ce la faranno ad abbatterci straripando; neanche i 'venti', soffiando, scalfiranno la "casa".
La "sabbia" è certezza di rovina se ci si costruisce la casa della nostra vita.
La"'roccia", no.  
Protegge con assoluta sicurezza la 'casa' del nostro camminare secondo la Parola.
La "Roccia" è Lui, Cristo Signore.
Con Lui, il nostro oggi e il nostro domani, rimarranno saldi.


Gualtiero Sollazzi


Webmaster: Paolo Puliti Collaborazione: Federica Frediani
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