1 gennaio 2009 - Copia - Paolo Puliti organista

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Il Vangelo

(1 gennaio 2009)

Maria Santissima
Madre di Dio

- anno B -


Lc 2,16-21
I pastori trovarono Maria e Giuseppe e il bambino. Dopo otto giorni gli fu messo nome Gesù.

+ In quel tempo, [i pastori] andarono, senza indugio, e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, adagiato nella mangiatoia. E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro.
Tutti quelli che udivano si stupirono delle cose dette loro dai pastori. Maria, da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore.
I pastori se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com’era stato detto loro.
Quando furono compiuti gli otto giorni prescritti per la circoncisione, gli fu messo nome Gesù, come era stato chiamato dall’angelo prima che fosse concepito nel grembo.



Un anno nuovo da attraversare. Con la mano nella mano della Madre.
Sì, ogni primo Gennaio, la Chiesa affida i suoi figli a Maria.
Le fa festa e la venera  Madre di Dio. E, in quella maternità, ci ritroviamo tutti noi, da quel giorno sul Calvario.
Non sappiamo come sarà il  2009. Sappiamo però, che mai saremo soli.
"Rivolgi a noi gli occhi tuoi misericordiosi" preghiamo nella celebre "Salve Regina".
Quegli occhi pieni di tenerezza misericordiosa, segno di un cuore colmo d'amore, gli occhi di Maria, ci guarderanno per proteggerci, per aiutarci a trovare luce vera, per dirigere i nostri passi sulla via della pace.
Questa speranza deve farci lieti, di quella gioia di chi sa di essere davvero amato.
La pace, poi. La Chiesa Madre desidera che i cristiani si inginocchino nella preghiera, ogni primo d'anno, per supplicare pace.
Geremia, il profeta, rimproverava i suoi, come potrebbe rimproverare noi, così: " Fino a quando dite: pace, pace, e pace non c'è?".
Mancava la supplica, mancava l'impegno.
Eppure S. Bernardo ci insegna che Dio venne nella carne per portarci "pensieri di pace". Una pace "non promessa, ma inviata; non differita ma donata; non profetata, ma presente".
Cristo  è la nostra pace.
E' credendo in Lui che saremo facitori reali di pace; è seguendo Lui che saremo seminatori di pace.
In un mondo dove l'odio sembra scorrere inevitabile, dove il rumore tragico delle armi sembra coprire il canto di pace degli angeli a Betlemme, siamo noi i chiamati a essere in casa, nella professione, nella società solo uomini e donne di vera pace.
Per essere, parola di Gesù, davvero "Beati!"



Gualtiero Sollazzi


Webmaster: Paolo Puliti Collaborazione: Federica Frediani
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