Il Vangelo
1° gennaio 2010
Maria Santissima Madre di Dio
- anno C -
Lc 2,16-21
I pastori trovarono Maria e Giuseppe e il bambino.
Dopo otto giorni gli fu messo nome Gesù.
+ In quel tempo, [i pastori] andarono, senza indugio, e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, adagiato nella mangiatoia. E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro. Tutti quelli che udivano si stupirono delle cose dette loro dai pastori. Maria, da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore.I pastori se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com’era stato detto loro.Quando furono compiuti gli otto giorni prescritti per la circoncisione, gli fu messo nome Gesù, come era stato chiamato dall’angelo prima che fosse concepito nel grembo.Parola del Signore.
Ancora storditi dagli oroscopi per l’anno nuovo.
'Balle', con incarto di lusso, con rischi alti di credulità, soprattutto per gente fragile.
La Chiesa ci fa entrare nell’anno che viene in ben altra e alta maniera: ci affida a Maria, Madre del Signore e, da quel venerdì sul Calvario, Madre anche nostra.
Ci affida ai suoi “occhi misericordiosi” perché ci accompagnino nel nostro camminare, nelle tristezze sempre all’agguato, nel nostro tentativo di essere “figli nel Figlio”.
Il Vangelo della festa presenta la Figlia di Sion in silenzio, senza protagonismi, ma è un silenzio umile e accogliente. A tutti quelli che cercano, oggi ai pastori, domani ai Magi, mostra Gesù, solo Lui. E chi vede, ritorna a casa “glorificando e lodando Iddio”.
E’ in nome suo che “va in fretta”, sia quel giorno da Elisabetta, sia da chiunque di noi, nuovi “Elisabetta” bisognosi di sentire il contatto con Dio. Col canto del ‘Magnificat’ sulle labbra, per dirci Chi è il veramente “Grande”, Chi è che dona inesauribile misericordia, chi sono e quale destino avranno i poveri nel Regno.
Perché anche noi, con Lei, cantiamo, speriamo e facciamo del ‘Magnificat’ norma di vita umile e santa.
C’è oggi, un sorprendente augurio per tutto il popolo di Dio, una grande benedizione. “Faccia splendere su di voi il suo Volto!” Siamo accompagnati nell’anno, dallo splendore del Volto di Dio. ‘Splendore’ non è un abbagliare tale da non far vedere più niente: è riverbero di amore, è un riversarsi di paternità, sono le braccia aperte del Padre per il figlio perduto e pentito. Crederci è felicità che può rispondere ad ogni tribolazione. Siamo chiamati a ricordare il bagliore di quel Volto su ogni creatura. Anche dal volto più ripugnante, più stravolto dalla sofferenza, incupito da troppa solitudine, traspare “quel” Volto.
Infine, oggi si celebra la ‘Giornata della Pace’. “Se vuoi coltivare la pace, custodisci il creato” questo il tema da riflettere.
Iddio ha creato, e l’uomo ha distrutto e distrugge. Dio dichiarò la creazione “molto buona” ma l’uomo egoista e stolto l’ha stuprata, devastata, offendendo il santo braccio di Dio e anche se stesso.
Impariamo a vedere “l’opera della mani” del Signore, e come Francesco, lodarLo.
Per il vento, la luna, il sole, le stelle, l’acqua, il fuoco…
Sia nostro il suo umilissimo invito: “Laudate et benedicete mi Signore et rengratiate e serviateli cum grande humilitate”.
Buon Anno
Gualtiero Sollazzi