Dove c'è musica di devozione, Dio è sempre a portata di mano con la sua presenza gentile (J. S. Bach)
Girolamo Frescobaldi: La metodica degli affetti all'alba della seconda prattica
I n q u d r a m e n t o s t o r i c o
Verso la fine dell’età del Rinascimento, la musica strumentale europea si emancipò così tanto che entrò a far parte della cultura ufficiale. Dall’inizio del XV secolo non è tramandato un repertorio specifico, salvo rare eccezioni quali le danze di Johannes de Grocheo, brani del frammento Robertsbridge o del codice di Faenza 117. Oltre alle musiche di carattere cerimoniale o militare, la prassi corrente distingue le musiche e adattamenti di composizioni originali per voci, queste ultime eseguibili anche su uno strumento unico polifonico, previo un adattamento alle caratteristiche dello strumento stesso. Sempre nel XV secolo, in riferimento alla musica organistica, troviamo il Buxheimer Orgelbuch, un insieme di 250 pezzi a tre parti, sia sacri che profani e la raccolta didattica Fondamentum organisandi Magistri Conradi Paumanns Ceci de Nuremberga, che occupa l'ultima parte del manoscritto del 1452, Lochamer Liederbuch, comprendente le canzoni familiari borghesi di Norimberga. Per molto tempo la musica strumentale rimane un’arte secondaria, non solo nella sua indispensabile funzione di accompagnare il canto, ma anche quando genera degli organismi sonori veri e propri. Viene vista pertanto con pregiudizio e classificata come musica mechanica o ‘artificiale’, in quanto forse considerata incapace, a differenza della voce, di comunicare. La musica strumentale diventa indipendente da quella vocale durante il XVI secolo. In questa nuova realtà, in sviluppo a carattere esponenziale, si assiste a rivoluzioni del linguaggio musicale quali, ad esempio, l’accordalità e la conseguente attivazione di una consapevole sensibilità armonico-verticale, stabilità della dissonanza nell’emissione fonica, frazionamento e distinzione fra i timbri, strategie di associazione e concertazione fra singoli e gruppi. Nelle composizioni per vari strumenti gli autori non definiscono o non vogliono definire ancora una destinazione precisa di organico; tali composizioni sono destinate ad ‘ogni sorta d’istrumenti’, per dirla citando Frescobaldi. Questa incertezza è presente anche nel settore delle tastiere. Lo sviluppo citato coinvolge tutto il bacino europeo e si diversifica seguendo le inclinazioni e gli usi locali. Le composizioni sono molto varie, si passa dalla ‘fotocopia’ di modelli vocali a forme assolutamente nuove. Il percorso storico espansivo è segnato dalla graduale presa di coscienza dell’autonomia linguistica di questo universo sonoro che non assume più soltanto la funzione di un bell’arredo ma soprattutto di potenziale vettore di significati.
In questo preciso momento troviamo la figura di Frescobaldi, "Inventore di tanti stili di sonare" ed essenzialmente compositore di musica strumentale.